Scrivere è un dono innato o una competenza acquisita?

Publié le par Semaane Djellal Eddine

             Per molto tempo ho creduto che per me fosse più facile ingoiare l'acqua dei cinque oceani che scribacchiare una semplice frase! Leggevo romanzi, novelle e anche delle semplici cronache giornalistiche e alla mia mente si ponevano sempre le stesse domande ricorrenti: ma che cos'ha in testa chi scrive? Ce la farò anch'io un giorno non dico a scrivere ma almeno ad abbozzare una semplice lettera?


             Solo di recente, nel provare a mettere qualcosa sulla carta - sicuro di essere ancora molto lontano dalla scrittura - mi sono reso conto che per diventare uno scrittore è sufficiente... scrivere! E non parlo della scrittura automatica dei surrealisti... È semplice come dire buongiorno! È sufficiente mettercisi, soffrire un po' con la prima frase e magari anche con la seconda e il resto segue automaticamente. Ho scoperto anche che scrivere è un mestiere, un lavoro che richiede molti sforzi. René de Obaldia diceva che  «il romanziere lavora, mentre il poeta soffre».
             Riconosco di non essere ancora arrivato a scrivere un capolavoro, e nemmeno dei testi eccellenti, e che i miei scritti contengono magari degli errori - forse persino degli spropositi - ma so che scrivendo ho imparato parecchie cose e mi sono corretto di decine di altri errori che commettevo prima. Ora so che non mi ci vuole più un'eternità per terminare un paio di pagine, che mi basta un'ora per esprimere quello che penso e per scrivere un testo più o meno accettabile. So che d'ora in poi è solo questione di pratica continua, e che Yasmina Khadra non ha detronizzato Kateb Yacine dal titolo di prodigio della letteratura algerina da un giorno all'altro. L'aveva anche confessato a Thierry Galdeano,  dicendogli che solo dopo otto romanzi era arrivato a quel livello di professionalità.
             Esercitandomi a scribacchiare ho scoperto che gli scrittori non posseggono qualità specifiche rispetto agli altri esseri umani, che la loro materia grigia non ha trentanove colori ma è grigiastra, appunto, proprio come la nostra; che non sono dei profeti e che non ricevono rivelazioni divine. Molto semplicemente si siedono a un tavolo o al computer, si ispirano alla società nella quale vivono o a quella di altri scrittori o ad entrambe, leggono molto e anche se usano un dizionario a volte soffrono mille morti prima di trovare la parola appropriata che stanno cercando...

 

             Esercitandomi a scribacchiare posso concludere che scrivere è «un dono innato ma coltivato per mezzo di un lavoro incessante e dall'apprendimento permanente di nuove competenze redazionali».

 

Traduit du français par: Mirella Tenderini.

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